La morte vista da Mollica e Capretti nella mostra fotografica “Absoluta”

L’esposizione dei due amici e fotografi empolesi è stata prorogata fino al 26 aprile nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani.

“Absoluta”, la mostra fotografica di Vincenzo Mollica e Nilo Capretti, continua fino a venerdì 26 aprile. L’esposizione è stata installata nella chiesa di S. Stefano degli Agostiniani in via dei Neri e dal giorno dell’inaugurazione – lo scorso 13 aprile – dove erano tra l’altro presenti il sindaco di Empoli, il senatore Parrini e don Guido Engels, si può visitare gratuitamente tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19.30.

La mostra illustra il punto di vista degli autori sulla morte attraverso scatti e post-produzioni fotografiche alle quali Capretti e Mollica hanno abituato chi conosce il loro modo di esprimersi. Interpretazioni personali, intime a volte, le foto mostrano visioni di angeli protettori, di confini valicati o da valicare, di teschi e tramonti.

Sebbene assente dai canali di successo e dagli inviti della società delle luci, la morte è presente in ogni gesto della nostra esistenza – afferma Vincenzo Mollica –. Con una capacità di sorprenderci e di atterrirci come nessun’altra esperienza. Il tentativo di indagare alcune delle sue molteplici facce compone l’impegno di questo lavoro aiutandoci ad allestire con essa una possibile confidenza, dunque, di aprire uno spiraglio per provare a conoscerla meglio e per rendere meno ostile la sua presenza. Nessun percorso terapico, nessuna tesi conclusiva. Soprattutto, nessuna esibizione fotografica di originalità del soggetto. Rispetto, rispetto, rispetto, attraverso la ricerca silenziosa di alcuni atteggiamenti che dalle latitudini del mondo, raccontano come la risposta rimane sempre intima e struggente nella sua unicità.
Il contatto col tema rimanda ai tempi dell’università
 – prosegue Mollica –. In particolare, della tesi di laurea, nonostante che l’indirizzo di allora fosse rivolto più alla relazione urbanistico-sociale tra città dei vivi e città dei morti. Da quel momento è’ stato un susseguirsi di indagini e di approfondimenti che non si è mai interrotto e che, penso, mi accompagnerà per il tratto di strada che mi rimane“.